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  1. Elizabeth
     
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    Il Verse un sistema di più pianeti e soli sistemati in modo tale da esser collegati con diverse navi.
    Il Verse dove i sistemi sono ben divisi tra di loro, dove vi sono i pianeti del Core, sistema centrale dove la tecnologia si è sviluppata in maniera esponenziale.
    Il Border sistemi e pianeti che fanno da confine, dove l'agricoltura fa da casa, pianeti in cui il Core si appoggia per rifornirsi anche loro.
    L'Out-Rim sistemi formati da pianeti e lune più esterne dove vige la legge del più forte, dove si deve star attento a quello che si dice e a chi lo si dice.
    Poi vi sono i Skyplex punti neutrali dove vengono gli scambi, dove i continui viaggiatori trovano un porto franco per fare i propri affari.

    2484
    Verse, Core, Corona



    "Mi dica Miss Whedon è sicura di quello che sta per fare?"
    La voce proveniva da una donna, distinta, con i capelli di un biondo rame e gli occhi azzurri come il cielo più limpido, le espressioni del proprio volto erano segnate da una libertà mancata. Allo stesso tempo però bella, di una bellezza che la ragazza di fianco non aveva mai visto. Curata in ogni piccolo dettaglio dalla sistemazione dei capelli, alle proprie mani appoggiate al tavolo.
    "Si, sono più che sicura Miss Raven"
    Le labbra della giovane si erano mosse più che veloci per far uscire quelle parole, una giovane che aveva una bellezza di tutt'altro genere a confronto di quella che stava di fronte. I capelli erano crespi ma ondulati e di un rosso abbastanza intenso, come se potessero prender fuoco da un momento all'altro, la pelle candida, ma con qualche imperfezione, gli occhi avevano il colore del muschio attaccato agli alberi, i comportamenti che cercavano di esser composti, ma risultavano comunque non fluidi come quelli della donna che era lì di fronte a lei.
    "Il potenziale è presente Miss Whedon, non tutti i giorni si possono ammirare i capelli di un rosso come il suo, ma soprattutto il fatto che provenga da Greenfield, non abbiamo una buona nomea in quella parte del Verse."
    Il volto della ragazza giovane lì di fronte a lei era diventato rosso, come il calore che stava provando era aumentato in modo esponenziale, oltre a quelle pareti che si stavano facendo sempre più strette e più vicine a lei.
    Deglutì, era l'unica cosa che le riusciva dopo tutto bene, in quel momento, ogni movimento veniva analizzato da quei occhi senza spirito dell'accompagnatrice di fronte a lei.
    "Miss Raven.."
    La voce le venne fuori come un piccolo sussurro, tremava e non poco.
    "Non sono come la maggior parte degli abitanti di Greenfield, so che possibilità date voi e che possibilità avranno i miei parenti su quel pianeta, se io entrassi dentro alla Shouye.."
    La ragazza stava per dire altro, aveva le labbra già pronte a dischiudersi quando la donna più anziana la interruppe.
    "Sa anche che non avrà molte possibilità di vedere i suoi parenti e di aver una vita tutta sua, noi diamo grande possibilità a chi entra nella nostra famiglia, ma allo stesso tempo c'è un prezzo da pagare."
    "Lo so."
    La voce convinta e anche gli occhi della ragazza erano più che seri verso di la donna.
    "Allora Benvenuta Miss Whedon, per favore mi chiami Polly"
    Le labbra della ragazza si allargarono e non poco sul proprio volto.
    "Allora la ringrazio Polly, mi può chiamare Serana"
    Con un sorriso timido che si allarga sul proprio volto, quasi che si possa illuminare esso.

    Verse, Outer-Rim, Safeport



    "Cazzo!! Cazzo!! Mi dispiace BigJoe!"
    Il ragazzo con i capelli raccolti in una coda, la faccia macchiata in diversi punti di una sottospecie di barba, si girò nella direzione del barista che aveva già in mano un coltello ed era pronto e non poco a usarlo verso la figura di esso.
    "Ma davvero! Non volevo sporcarti il locale!"
    Disteso ai suoi piedi di quel ragazzo vi era un corpo, privo di vita, sul bancone vi erano pezzi della sua materia grigia.
    "Te lo faccio sparire.. poi giuro che ti pulisco il bancone."
    Sorriso più che smagliante sul proprio volto, mettendo in risalto quei denti lievemente gialli per la poca pulizia, la mano destra si portò appena di fianco al proprio cinturone dove vi era la fondina vuota, fece girare la pistola facendo perno con il proprio indice, per poi infilarla al proprio posto. L'abbigliamento dell'uomo era nero come la pece, come i propri occhi, come i propri capelli. Il volto giovane coperto da qualche peli tagliati a malo-modo.
    Il locale era il peggiore in quasi tutto il Verse, dove quello era all'ordine del giorno e BigJoe semplicemente si divertiva a rompere le palle alla feccia che girava lì dentro e gli creava fastidi.
    In fondo erano pochi anni che aveva appena aperto, molti l'avevano definito un suicida aprire un locale in quella parte del Verse, Jim era stato il primo dei suoi clienti, senza molti complimenti.
    Il ragazzo ora si chinò in avanti, così da afferrare le caviglie delle del povero cadavere, andando poi ad alzarsi con uno scatto e iniziarlo a trascinarlo fuori, sotto allo sguardo di nessuno, in fondo si sapeva che ognuno si faceva i propri porci comodi lì dentro.
    Fino ad arrivare all'esterno, andando a fare il giro del locale e alla fine lasciarlo lì in mezzo ai sacchi dell'immondizia rotti e con diversi cani e gatti che ci stavano pasteggiando.
    "Cosa ti aveva fatto?"
    Una voce riempì il vicolo completamente al buio, la voce era rauca, stridola e per nulla piacevola.
    "Non voleva saldare un debito di gioco"
    Non si fece molto problemi Jim a metter la mano sopra alla propria pistola, intanto che lo sguardo cercava la figura che aveva parlato, gli occhi saettavano da una parte all'altra del vicolo e il cuore ormai era una furia dentro al proprio petto.
    Il respiro era veramente veloce e non poco.
    "Se ti dicessi che era uno dei miei?"
    "Le direi di addestrargli meglio Mister."
    Il tono sempre sicuro, anche se iniziava a sudare freddo, perchè non lo vedeva.
    "Ora ci manca uno veloce di pistola.."
    Soltanto ora si fece strada un uomo sulla cinquantina, con una vasta cicatrice che gli percorreva la parte destra del proprio volto e lo aveva fatto diventare cieco da un occhio, raccolse la propria saliva dentro alle proprie labbra e poi la lanciò fuori dalle proprie labbra a destra. L'uomo era robusto come se una semplice coscia di Jim potesse si e no esser la metà del suo collo.
    Il giovane pistolero rimase lì per qualche istante a guardare l'uomo disarmato dalla sua gradenza.
    "Allora? Ti va di alzare il culo ragazzino? E imparare come usare quella pistola?"
    Ora con un sorriso abbastanza beffardo sul proprio volto, almeno quella parte del volto che riusciva a muovere.
    "Certo! Sono qui ad ammuffire da troppo tempo!!"
    "Come ti chiami Child?"
    "James.. James Lightwood"


    2489
    Verse, Spazio, Shangdi, The Big Brother



    "Jim!!"
    "Che cazzo vuoi?"
    Una mano che poteva tranquillamente afferrare una testa umano e forse anche chiuderla in una stretta mortale dato la grandezza delle dita della mano, si appoggiò sulla testa del ragazzo e spinse la testa del giovane pirata e la fece battere contro al tavolo, facendo aprire a ventaglio le carte che aveva di fronte al volto.
    "Non si risponde così al tuo capitano"
    Un ringhio, che proveniva dalla figura dell'uomo che continuò a tener il volto premuto contro al tavolo e sembrava che faceva tale gesto con il minimo della forza.
    "V...va bene..."
    La mano si alzò così da lasciare libero il volto dell'uomo ormai e si alzò andando a respirare e darsi un paio di colpetti sul proprio volto, intanto che si riprendeva e si sistemava i propri capelli come se fossero quelli la cosa più importante da fare, non dal sangue dal naso.
    "Cristo! Child.. non hai capito un cazzo di questi cinque anni, alza il culo e vai a salutare l'ospite.. e il tuo prossimo compito."
    Un ringhio da parte del ragazzo che si alzò scostando la sedia in malo modo, intanto che il braccio andò a strofinare il naso così da poter tirare via il sangue.
    "Non ci vado da quella è una troia con poteri da str.."
    Una persona dietro alla figura del ragazzo si schiarì la voce. Il ragazzo non ci mise molto a girare il volto e guardare il suo "compito".
    La ragazza aveva capelli rossi come il fuoco curati ma appoggiati sulle proprie spalle, un vestito con un taglio tipicamente da Core era aderente alla propria figura, lasciando alla visione le proprie gambe con tanto di tacchi.
    "Capitano"
    La voce era tranquilla, lo sguardo freddo come se quei due pezzi verdi non fossero occhi, ma semplicemente due pezzi di giada lasciati lì dentro per contornare quella che era la perfezione.
    Almeno era quello che aveva pensato Jim, appena l'aveva vista.
    Lo sguardo si portò immediatamente a destra senza guardarla, il volto era completamente rosso come se avesse preso il colore dei capelli di lei.
    "Miss"
    Rispose l'uomo che era il triplo di Jim
    "Mi scuso per il comportamento di questo.."
    "Non si preoccupi"
    Era dolce anche il suo tono, tutto di lei, avrebbe voluto prenderla e portarsela via da quel posto con una strana sensazione che nasceva nel petto, ma sapeva chi era cosa faceva e perchè lo faceva.
    Non avrebbe mai dato voce a quello che sentiva dentro di lui, l'aveva sostituito con l'odio verso di essa.
    "So tener a bada i cani."
    Tutti nella sala iniziarono a ridacchiare, intanto che il ragazzo si girò di scatto nella direzione della ragazza.
    "Meglio esser cani, almeno sono fedele soltanto a un padrone."
    Raschiando un pò di sangue e saliva che aveva in bocca già pronto a sputare ai piedi di lei, ma quel gesto venne fermato quando una gomitata fermò il respiro del ragazzo, dato da Liz, una delle poche ragazze che facevano parte dell'equipaggio.
    "Scusalo di nuovo."

    2494
    Verse, Border, Hera



    "Cristo Child! Siediti e non vomitare!"
    Il ragazzo che era diventato più o meno della stesso colore del pavimento si sedette non si accorse neppure di sedersi sopra al proprio giubbotto, le labbra erano serrata.
    Non aveva mangiato, non aveva bevuto, camminava e basta davanti e indietro da quel corridoio, della propria casa.
    "Child?"
    Lo sguardo spento si rialzò verso la figura dell'uomo che era invecchiato. Come lo era lui, erano passati anni, da quando erano loro due in quel vicolo.
    Lui iniziava ad aver qualche capello bianco, si era sposato, aveva una casa su due piani.
    La pistola la usava soltanto per scacciare il pollame, in fondo in un pianeta come Hera era una fortuna fare il contadino, tutti volevano roba fresca.
    Si era ritirato lì diversi anni a dietro, non molti a dire il vero, aveva sposato la donna più magnifica di questa terra, strappandola dalla Shouye e ora stava per diventare padre.
    Lui che aveva dispensato morte e distruzione da per tutto, che sapeva soltanto fare il pirata e uccidere, ora era lì disarmato.
    "Chi lo sta facendo nascere?"
    "Polly, Child.. me l'hai chiesto venti minuti fa.."
    Non finì la frase quando la porta si aprì, una donna distinta, pur in quelle condizioni si palesò sulla soglia.
    I capelli erano arrufati le manica di quei vestiti ben diversi da quelli che indossava anni a dietro la facevano raffigurare come una persona di un'altra epoca e ben diversa da quella che era un tempo.
    "Sei distrutta Sweety.."
    Le labbra della donna si allargano un sorriso e lo sguardo andò sul vecchio pirata.
    "Non farmi arrossire Luke, Jim.. penso che le vorrai vedere.."
    Il tono più dolce possibile e un sorriso largo, facendo appena spazio a quel ragazzo che ormai era diventato in tutto per tutto un uomo.
    Ci mise qualche istante a collegare quello che aveva detto la donna e si alzò lentamente fino a trovarsi così in piedi sui propri piedi e si avvicinò lentamente alla porta, poi guardò dentro.
    Il letto era completamente disfatto le lenzuola erano messe in un angolo e lei.. lei più bella che mai, appoggiata tra diversi cuscini con un piccolo fatto tra le mani, lo osservava quel fagottino, con dolcezza, non aveva mai visto quello sguardo su di lei. Era puro amore, per un attimo fu geloso di non aver mai visto quell'espressione ma appena si avvicinò lo vedi.
    Era piccolo con gli occhietti chiusi in mezzo a diverse lenzuola, ancora un pò sporco di sangue sulle guanciotte paffute e la manina che stringeva le dita di Serena.
    "Lo romperò."
    Fece tremare fuori dalle proprie voci, come se avesse paura di prendere quella cosa che stava stringendo la propria moglie e madre di suo figlio.
    "La.."
    Lo corresse subito, alzando lo sguardo lentamente soltanto per cercare i suoi occhi e un sorriso ampio sul proprio volto.
    "Sei bellissima Serena."
    Si abbassò lentamente andando a cercare le labbra della moglie, per poi guardare la piccola con un piccolo ciuffetto rosso che fece il suo ingresso tra le diverse lenzuola che la circondavano.
    "Ma avrà preso qualcosa da me? No.. sai il sesso è tuo i capelli son tuoi."
    "Non fare il geloso.. come minimo avrà preso l'orgoglio."
     
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