La realtà

25 Giugno

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  1. Elizabeth
     
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    Il silenzio più assoluto.
    Il silenzio non umano che regnava intorno a lei, con le mani che si vanno a infilare dentro ai propri capelli, che stringono quelle ciocche come se volesse tirarsele via. Il C-pad appoggiato a terra, non quello del lavoro il proprio.
    Quel CortexPad che le aveva completamente devastato la vita in quei ultimi momenti.
    Il piccolo appartamento che dividevano lei e Philip su Hall Point era completamente devastato. La luce dell'alto andava appena a destra e a sinistra, si erano impegnati per tirare via tutti i neon e gli avevano sostituiti con lampade come era nel Border, per sentirsi più a casa.
    Avevano messo delle contropreti per simulare delle pareti vere e non delle fredde e spogli preti di acciaio, ogni cosa lì dentro era di legno o comunque di un materiale simile.
    Ci avevano impiegato settimane e giorni liberi per farla diventare più accogliente, così da entrare in quel piccolo covo e staccare tutto.
    Staccare dal fatto che erano in mezzo allo spazio, a nessuno dei due piaceva.
    Non piaceva rimanere stretti in miseri spazi vitali.
    Però era lei quella che aveva deciso dopo tutto di rimanere lì sopra, le piaceva dopo tutto come ambiente, non ci avrebbe di certo cresciuto i propri figli, sempre che ne volesse, ma non avrebbe mai avuto la stessa sensazione di libertà che aveva ad Oak Town.
    Le vasta praterie, il sapere dell'erba.. tutte cose che le mancavano.

    L'appartamento era completamente rovesciato, c'erano vetri ovunque di bicchieri frantumati, c'erano vasi che rovesciati con i fiori che stavano morendo, in quell'acqua che era a sua volta stata rovesciata.
    In tutto quello lei era seduta a terra, con le mani nei capelli, il volto rigato da quella matita che colava insieme alle proprie lacrime, le labbra aperte che cercavano in qualche modo di tranquillizzarsi, la mente che si era fermata.
    Aveva letto quel messaggio e si era fermato tutto, per un momento sembrava quasi che avesse perso i sensi e fosse svenuta..
    Forse era stata una sua impressione.

    E ora?
    Ora cosa avrebbe fatto?
    Gli occhi si alzarono verso il soffitto e poi scattò come se si fosse ricordata di qualcosa, le dita viaggiarono veloci su quella tastiera elettronica, veloci.. per inviare il messaggio, il numero se lo ricordava a memoria.
    Pochi istanti e di nuovo ecco il c-pad con la risposta: "Il numero da lei selezionato al momento è fuori servizio."
    Di nuovo..
    "Il numero da lei selezionato al momento è fuori servizio"
    Un altro messaggio.. non poteva esser vero..
    "Il numero da lei selezionato al momento è fuori servizio."
    Un respiro e di nuovo quel c-pad che sbatte contro a qualcosa, non sa bene neppure lei cosa..
    Tutto in frantumi.

    Di nuovo.

    Disperso..
    Lo consideriamo morto..

    Speranza..
    No.. quella non doveva averne, aveva vagato per anni a Greenfield alla ricerca di qualche informazione su suo padre, aveva sofferto, doveva trovare la forza di non sperare.
    Però non l'avrebbe mai fatto.
    Non l'avrebbe mai dichiarato morto.

    CITAZIONE
    Signore/a,

    Le scriviamo perchè lei risulta tra i nominativi di emergenza di Mr Philip Windson.
    Siamo terribilmente dispiaciuti d'informarla che il trasporto XX partito in data Y dallo skyplex di Hall Point in direzione dello skyplex di Threesprings,dopo aver lanciato un SOS, non è mai arrivato a destinazione.
    I primi soccorsi hanno confermato che il trasporto è andato distrutto, le cause sono ancora in fase di accertamento. Purtroppo controllando lo spazio circostante non sono stati rilevati pod di salvataggio.
    Mr Philip Windoson è ufficialmente disperso, ma ormai è passato troppo tempo per sperare di ritrovarlo vivo.

    Sentite condoglianze

    Segreteria Compagnia XX
     
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0 replies since 25/6/2013, 10:29   40 views
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